La filosofia delle tartarughe

In questi anni si è scelto di utilizzare come simbolo di “Una famiglia per una famiglia” le tartarughe, creature che si prestano molto bene a rappresentare alcuni aspetti essenziali della relazione:

 

  • LE TARTARUGHE NON CORRONO.
    Hanno tempi distesi, tempi in cui le cose possono accadere secondo un ritmo naturale, senza la necessità di forzature.
  • LE TARTARUGHE SONO LONGEVE.
    Proprio come le relazioni più solide, non temono il trascorrere dei giorni, anzi ne fanno tesoro di saggezza.
  • LE TARTARUGHE PORTANO SEMPRE LA PROPRIA CASA CON SE’.
    Quando due di loro si incontrano, non si incontrano solo due individui, ma tutto il loro mondo.

Viene in mente, a questo proposito, una famosa immagine del grande fotografo Sebastião Salgado che mostra in primo piano una tartaruga, vecchissima e saggia. La storia di come è stato realizzato questo scatto, così intimo e ravvicinato, vale quasi quanto un manuale di relazione interpersonale.

Salgado racconta di essere arrivato un giorno su un’isola delle Galapagos e di aver visto una tartaruga gigante. Immediatamente punta l’obiettivo ma, aggiunge, «ogni volta che mi avvicinavo, la tartaruga si allontanava e, anche se non camminava veloce, non riuscivo comunque a fotografarla».

Come fare? Gli viene in soccorso un’intuizione: «Ho capito che il solo modo per riuscire a fotografare quella tartaruga era di fare la sua conoscenza, sintonizzarmi sulla sua lunghezza d’onda. Allora mi sono accovacciato e ho camminato alla sua stessa altezza, con mani e ginocchia per terra».

Sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda per Salgado significa rispettare i tempi e le incertezze di chi gli sta di fronte, ma non solo. Significa anche guardare l’altro con occhio benevolo, rispecchiarsi in lui e parlare il suo stesso linguaggio, preparando così un terreno comune dove la relazione possa crescere.

L’approccio funziona e da quel momento, racconta Salgado, «la tartaruga non è più fuggita». Ma c’è di più. Ora che i due hanno trovato un’uguale postura, una stessa altezza, un medesimo passo, è il momento di misurare la distanza che ancora li separa.

«Nel momento in cui la tartaruga si è fermata, ho immediatamente fatto un passo indietro. La tartaruga è venuta verso di me e io ho continuato a indietreggiare. Ho aspettato qualche istante e poi mi sono avvicinato un po’, lentamente. Lei ha fatto un altro passo verso di me, e a quel punto mi è venuta incontro».

Incontrarsi a metà strada non è sempre facile. Bisogna rispettare le reciproche tempistiche, costruire una fiducia che inizia dalle piccole cose e, al momento giusto, avere il coraggio di osare il passo in più, ma quando ci si riesce la soddisfazione è tanta. «Mi ci è voluta una giornata intera per avvicinare la tartaruga. Tutta una giornata per farle capire che rispettavo il suo territorio», dice Salgado, ma non lo dice con fastidio, anzi, in queste parole c’è la soddisfazione di chi alla fine della giornata ha imparato molto: ha appreso una delicata danza di pause e vicinanze, ha assaporato il valore della pazienza, ha riconosciuto la dignità dell’altro. E tutto questo è impresso per sempre in un’immagine straordinaria.

Sebastião Salgado,  libro “Genesi”

Prendersi tempo. Trovare un linguaggio comune. Costruire fiducia. Osare il prossimo passo. Rispecchiarsi nelle fragilità dell’altro e allo stesso modo nei suoi slanci: elementi che valgono in ogni relazione, che si tratti di un fotografo e una tartaruga, o di famiglie intenzionate a camminare insieme per un tratto di strada.