UNA FAMIGLIA PER UNA FAMIGLIA

Cosa è

Un minore in difficoltà è spesso indizio di una famiglia in difficoltà. Da questa constatazione nasce “Una famiglia per una famiglia”, iniziativa di affiancamento familiare pensato per sostenere le famiglie che vivono un periodo difficile nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli.

L’idea alla base è semplice: una famiglia affianca un’altra famiglia in situazione di criticità temporanea ed entrambe si impegnano, con la definizione di un patto, a camminare insieme per un periodo di tempo definito.

Tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in questo cammino, portando un contributo diverso a seconda del ruolo ricoperto in famiglia, dell’età, della professione, delle inclinazioni: ad esempio, i bambini aiutano i coetanei a fare i compiti, il papà si mette a disposizione per piccoli lavori di manutenzione, una mamma aiuta l’altra nella spesa o nell’accompagnamento dei figli a scuola… gesti concreti e quotidiani, ma anche attività da svolgersi nel tempo libero, come partecipare insieme a cene, gite, feste.

In questo modo, un sistema familiare interagisce con un altro sistema familiare in una relazione in cui ciascuno resta “a casa sua”, ma apre le porte per “lasciar entrare” l’altro e condividere un percorso fatto di parità, reciprocità e fiducia.

Ciascun affiancamento viene sostenuto per la sua intera durata da un tutor, dagli operatori dei servizi sociali e dai referenti delle realtà coinvolte, e prevede momenti di formazione e confronto sia all’inizio che in itinere.

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Gli attori del progetto

“Una famiglia per una famiglia” non è solo l’incontro di due nuclei familiari, ma è un sistema strutturato ed eterogeneo di persone, strumenti, emozioni e azioni: una “rete” intessuta per favorire l’interazione tra famiglie, enti e servizi, promuovere la collaborazione tra pubblico e privato e porre le condizioni per accogliere serenamente tutto ciò che di nuovo e inatteso un rapporto umano porta con sé.

LE FAMIGLIE

AFFIANCATE 

I destinatari di “Una famiglia per una famiglia” non sono solo i bambini, ma anche le loro famiglie. I nuclei familiari a cui viene proposto un percorso di affiancamento sono molto diversi fra loro, ma li accomuna il fatto di vivere un momento difficile a causa di situazioni lavorative instabili, solitudine, malattia, lontananza dal paese d’origine, mancanza di integrazione sociale o relazioni difficili tra genitori e figli. Ogni famiglia però ha a cuore il bene dei propri figli e, molto spesso, possiede le risorse necessarie per farcela. L’affiancamento lavora proprio su queste risorse, valorizzandole e rafforzandole: instaurando un rapporto solidale che sostiene nelle difficoltà quotidiane, “Una famiglia per una famiglia” previene l’aggravarsi dei problemi, aiuta i genitori a trovare maggiore serenità e permette ai minori di rimanere nel proprio ambiente.

Infine, è opportuno sottolineare che le famiglie che partecipano al progetto non presentano comportamenti ritenuti pregiudizievoli per la vita dei bambini, quali trascuratezza, inadeguatezza delle cure primarie, abbandono, abusi e maltrattamenti fisici o psicologici per i quali si renda necessaria l’attivazione di contesti di tutela.

AFFIANCANTI 

Le famiglie affiancanti possono avere provenienze, background, caratteristiche, età e conformazioni del sistema familiare differenti (coppie con o senza figli, single, separati, vedovi…), ma sono accomunate dalla disponibilità a mettersi in gioco per aprire nuovi spazi di fiducia, con l’obiettivo di proteggere non solo un bambino, ma il suo intero mondo, cioè la relazione che lo lega ai suoi genitori.

Per proporsi come famiglia affiancante non occorre essere eroi o incarnare alla perfezione un modello educativo: è importante invece aver voglia di confrontarsi con altre realtà familiari e altre culture, mantenere un atteggiamento di ascolto non giudicante e voler dedicare un po’ del proprio tempo a costruire un legame con l’altra famiglia. Scegliere, insomma, di condividere fiducia, amicizia e allegria nella concretezza della quotidianità, disponendosi ad accettare limiti e imperfezioni altrui senza pregiudizi o riserve ed essendo aperti al cambiamento che ogni relazione porta con sé.

Tale scelta, però, deve essere accompagnata da una garanzia di continuità nel tempo. La durata del progetto è infatti di 12 mesi, durante i quali si creano le basi per una maggiore autonomia e stabilità della famiglia bisognosa di aiuto. L’impegno settimanale richiesto varia invece in base agli obiettivi di ciascun affiancamento e alle effettive disponibilità della famiglia affiancante.

IL PATTO EDUCATIVO

Il patto educativo è un documento che non ha valore legale, ma serve a dare ufficialmente inizio al progetto e a fissarne gli obiettivi in modo esplicito. È qui infatti che vengono indicati gli impegni di ciascuno, le attività concordate e i tempi previsti. Alla sua stesura contribuiscono entrambe le famiglie – affiancata e affiancante – con il supporto degli operatori e del tutor, e tutti sono chiamati a porre la loro firma, sancendo in questo modo il consenso e l’impegno reciproco.

È essenziale che il patto sia co-costruito con la famiglia affiancata perché co-costruire significa vedere insieme i problemi, e dunque aiutare i genitori a leggere in modo nuovo, più «ordinato» ed affrontabile, il groviglio di questioni che gravano sulla loro vita quotidiana.

A queste condizioni, il patto diventa uno strumento di supporto e tutela per ciascun firmatario: costituisce una guida che riporta l’attenzione agli obiettivi e aiuta le famiglie a rimanere consapevolmente entro la cornice progettuale; mantiene i tempi e scandisce le frequenze, consentendo alle famiglie di orientarsi nel percorso; fornisce le linee di riferimento al tutor nel suo lavoro di monitoraggio e sostegno alla relazione; è lo strumento utilizzato per la valutazione, durante e al termine del percorso, e consente a famiglie e operatori di essere consapevoli dei cambiamenti avvenuti e dei traguardi raggiunti.

I SERVIZI SOCIALI

La figura dell’assistente sociale ha un ruolo fondamentale sin dalle fasi iniziali del la sperimentazione. È infatti l’assistente sociale che, in base alle conoscenze che ha delle famiglie in carico ai servizi, valuta quelle che potrebbero diventare destinatarie dell’affiancamento. Nel caso di famiglie non conosciute dai Servizi, l’assistente sociale deve raccogliere e valutare le informazioni disponibili, confrontandosi anche con chi ha portato la segnalazione e incontrando, se opportuno, la famiglia proposta. Ha poi il cruciale compito di coinvolgere le due famiglie, aiutandole a essere più consapevoli nel costruire le condizioni per promuovere il proprio benessere ed è chiamata a essere garante del patto educativo. Inoltre, deve instaurare un rapporto di sintonia e fiducia con il tutor, che nel corso dell’affiancamento diviene il primo interlocutore della famiglia affiancante.

I TUTOR

Ogni affiancamento prevede la presenza di un tutor. La sua responsabilità principale è supportare la famiglia affiancante, che deve poter contare sull’accompagnamento di una figura competente, non giudicante, capace di offrire consigli, spazi di riflessione e ricarica emotiva. Suo compito è sostenere la relazione tra i due nuclei familiari, mantenere i contatti con il sistema di supporto istituzionale (il Servizio sociale e le eventuali realtà associative coinvolte) e presidiare il percorso affinché sia pertinente rispetto a bisogni e obiettivi, realistico in base alle risorse e proporzionato alle energie delle famiglie coinvolte. Ha inoltre un ruolo rilevante nella costruzione del patto educativo, perché aiuta le famiglie a definirne le finalità ed è tra i firmatari del documento.

La figura del tutor può essere ricercata in ambiti differenti. Ad oggi sono stati coinvolti in questo ruolo operatori sociali, counselor, insegnanti, assistenti sanitari, professionisti in pensione, ex affidatari, volontari di associazioni, di realtà sportive o di enti religiosi.

LE REALTA' DEL TERRITORIO

Associazioni, gruppi, organizzazioni religiose, network locali e altre realtà aggregative rappresentano una risorsa importante: possono infatti svolgere una funzione di promozione al proprio interno e nelle loro reti e, grazie alla presenza capillare sul territorio, possono intercettare e segnalare con anticipo situazioni di fragilità familiare altrimenti destinate a degenerare nel tempo. Attingendo a un ampio bacino di relazioni e collaborazioni, possono inoltre individuare famiglie interessate all’affiancamento e persone disponibili a svolgere il ruolo di tutor.

LE FONDAZIONI

Le sperimentazioni ad oggi avviate hanno spesso beneficiato del contributo economico da parte di Fondazioni locali, finalizzato al sostegno della fase di start up: il supporto di queste realtà è stato molto importante per favorire l’impegno e le nuove modalità operative che il periodo iniziale richiede. In alcuni casi, i rappresentanti delle Fondazioni hanno partecipato anche al gruppo di lavoro, in particolare per quanto riguarda le aree della promozione, della comunicazione, del monitoraggio delle attività, contribuendo attivamente alla diffusione delle informazioni e alla creazione di opportunità per facilitare connessioni con realtà territoriali non

conosciute dai Servizi. Le Fondazioni hanno portato competenze diverse, spesso complementari a quelle già presenti nel gruppo e la loro inclusione nel percorso di lavoro ha consentito ai partner di avviare nuove collaborazioni e di condividere prospettive d’intervento e d’investimento per il benessere di bambini e famiglie.

LA FORMAZIONE

“Una famiglia per una famiglia” prevede momenti di formazione da svolgersi sia nelle fasi iniziali della sperimentazione che in itinere, declinati in forme e momenti diversi a seconda dei destinatari e delle finalità. Non si tratta tanto di una formazione volta ad “addestrare”, quanto di un’occasione per aumentare la consapevolezza e costruire un senso di appartenenza tra tutti coloro che, con la loro presenza, contribuiscono alla riuscita del progetto.

PER GLI OPERATORI

Obiettivo degli incontri di formazione è introdurre gli operatori sociali del territorio nella cultura del progetto, permettendo loro di comprendere i fondamenti teorici che lo reggono e le caratteristiche peculiari che lo distinguono da altre metodologie e azioni. Il format consiste in tre moduli: i primi due sono dedicati a esplorare la natura di “Una famiglia per una famiglia” e le caratteristiche delle famiglie che possono essere incluse nel progetto in qualità di affiancate. Il terzo è invece dedicato ad approfondire lo strumento del patto educativo e il processo di lavoro necessario per giungere alla sua costruzione.

PER I TUTOR

Il tutor ha un ruolo importante nell’affiancamento: è essenziale quindi che acquisisca consapevolezza delle dinamiche esplicite e implicite, che riesca mantenere la giusta distanza emotiva per dare indicazioni utili in caso di necessità e che sappia relazionarsi in modo appropriato con il servizio sociale e la rete di riferimento. Il suo iter formativo consiste in un percorso di base, volto ad acquisire le metodologie del progetto e a riflettere sul proprio posizionamento nella relazione tra le due famiglie, e in una supervisione in itinere svolta attraverso il confronto con operatori professionisti e con gli altri tutor coinvolti.

PER LE FAMIGLIE AFFIANCANTI

Chi è interessato a proporsi come famiglia affiancante viene invitato a partecipare a un breve corso iniziale in cui si approfondiscono i diversi aspetti del progetto ed è possibile condividere esperienze, domande, dubbi, curiosità. Dopo il corso è previsto un colloquio individuale, in cui la famiglia può ulteriormente approfondire le proprie motivazioni e decidere se confermare o meno la disponibilità. Le famiglie che aderiscono all’iniziativa sono inoltre coinvolte in incontri mensili di formazione e sostegno, in cui viene favorito il confronto con altre famiglie impegnate nell’affiancamento: un percorso di ricerca, in gruppo, intorno alla propria identità e i propri stili di vita, di pensiero, di azione e di relazione.